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La consegna del Tappiro d’ardesia a Renato Montereggio </p><p>da parte di Michela De Rosa
La consegna del Tappiro d’ardesia a Renato Montereggio da parte di Michela De Rosa
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IL TAPPIRO... INDIGESTO. DOPO LO SCANDALO DEL LOCALE CHIUSO PER PESCE AVARIATO CLIENTI E RISTORATORI INSORGONO
>> A FINE MESE UN INCONTRO CON GUARDIA COSTIERA E ALBERGATORI PER DEFINIRE REGOLE DI CONTROLLO E DI TUTELA PER I CLIENTI

Mai come in questo caso sono state appropriate frasi del tipo ‘è una situazione indigesta’ oppure ‘mi sta rovinando il fegato’ o ‘mi sta sullo stomaco’: parliamo delle diverse indagini che - ahinoi - questa estate hanno visto protagonisti ristoranti più o meno noti (e più o meno cari!), dove si spacciava per fresco pesce avariato. La cosa ha giustamente indignato tutti, aggiungendo una comprensibile rabbia quando si trattava di ristoranti prestigiosi in posti prestigiosissimi, nei quali ci si aspetterebbe di essere trattati come sovrani e non come... somari. In particolare la vicenda del ristorante ‘inquisito’ a Lavagna ha scaldato gli animi, tanto da scatenare un vero e proprio boicottaggio in Internet con cui si invitavano le persone a non frequentare i ristoranti della città. Il primo pensiero spontaneo è ‘perché disertare tutti? Basterebbe non andare in quello sotto accusa’. Eh già, il fatto è che bisognerebbe sapere chi è.
Ma la legge impone di non fare nomi durante le indagini e così i giornali possono sì strillare il fattaccio creando il panico tra clienti e turisti, ma sono impossibilitati a dare l’informazione che tutti vorrebbero: il nome del locale da evitare. Così oltre il danno la beffa perché nel dubbio ci rimettono tutti: ‘Se non si può fare il nome dell’accusato - afferma Renato Montereggio dell’Unione ristoratori di Lavagna - allora che non si dica nemmeno la città ma si parli di ristorante del comprensorio, perché altrimenti al cliente rimane comunque il timore di incappare proprio nel locale a rischio e contemporaneamente si lede l’immagine di un’intera categoria, di persone che fanno questo lavoro con passione e dedizione ‘
I ristoratori non sono comunque rimasti a guardare e venuti a sapere del boicottaggio, nonché stanchi delle battute amare dei clienti, si sono organizzati: ‘Come prima cosa - continua Montereggio- abbiamo organizzato una cena a base di pesce crudo invitando diversi esponenti della città tra cui il Vice Sindaco Mauro Caveri e il presidente del Consorzio Centro Storico Nico Caffese per testimoniare che non c’è nulla da temere.’ Ma l’iniziativa più importante avverrà a fine settembre: i ristoratori hanno organizzato un incontro con albergatori e Guardia Costiera per definire insieme un protocollo di regole a tutela ovviamente della clientela ma anche della loro stessa professione e di quella immagine guadagnata in anni di lavoro e che si può perdere in un giorno solo. Per colpa di altri. Proprio per questo il Tappiro d’ardesia è stato consegnato a Montereggio in rappresentanza dei tanti colleghi ‘attappirati’ che operano con passione e qualità.
Michela De Rosa
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